La CPAP per curare le apnee

Come già accennato nel precedente articolo, esistono varie terapie adottabili per trattare la sindrome delle apnee ostruttive del sonno, indicate soprattutto in base alla gravità della patologia stessa.

Nei casi OSAS più gravi la terapia di riferimento si basa sull’impiego di un dispositivo di ventilazione notturna detto CPAP.
Tale trattamento viene personalizzato in base alla storia clinica, alla visita medica ed ai risultati della polisonnografia.

CPAP – Continuous Positive Airway Pressure

Il termine CPAP in italiano significa letteralmente “Pressione Positiva Continua delle vie aeree” e la traduzione dà già l’idea della sua azione: in pratica, l’apparecchio eroga aria che mantiene aperte le vie aeree ed evitando lo stato di rilassamento che induce il disturbo.
In questo modo, colui che è affetto da OSAS può dormire tranquillamente, respirare bene ed essere vigile e attivo durante il giorno, senza episodi di sonnolenza o cali di attenzione.
La terapia ventilatoria inoltre non ha effetti collaterali.

La CPAP può essere prescritta solo da uno specialista, che sceglie il modello più adatto al singolo paziente, in modo da evitare che interferisca con la qualità del sonno.
Il medico inoltre è fondamentale per guidare il paziente verso un giusto utilizzo della CPAP: la persona affetta da OSAS deve infatti imparare come indossare correttamente la maschera e come svolgere la manutenzione giornaliera dell’apparecchiatura.

I vantaggi della CPAP

L’efficacia del trattamento con CPAP nel risolvere il problema delle apnee nel sonno è vicina al 100%.
Le persone affette da OSAS che iniziano il trattamento con CPAP hanno immediatamente la percezione del beneficio, soprattutto grazie alla scomparsa della sonnolenza diurna sin dalle primissime notti di impiego del ventilatore.
Spesso la percezione di un sonno finalmente ristoratore dopo anni di notti non riposanti è tale da determinare un “amore a prima vista” con la CPAP.

Oltre al beneficio sul sonno, la CPAP agisce migliorando tutti i parametri cardio-circolatori, metabolici ed infiammatori del paziente: si riduce l’ipertensione arteriosa e spesso si ha una progressiva riduzione del sovrappeso. A lungo termine si minimizza il rischio di incorrere in infarto e/o ictus cerebrale.

Ad oggi il trattamento di ventilazione notturna è l’unico per cui sia anche stata dimostrata una sicura azione di prevenzione dei fattori di rischio legati alle apnee nel sonno.