Articolazione mandibolare paziente OSAS

BITE E MAD

“BITE” E MAD

Trattamento di disturbi dell’articolazione temporomandibolare nel paziente con OSAS

Mal di testa, mal di orecchie, tensioni muscolari, denti indolenziti, dolori durante la masticazione o fastidiosi rumori durante l’apertura e la chiusura della bocca: possono essere tutti disturbi correlati all’articolazione temporomandibolare (ATM).

I disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare non sono classificabili come una singola patologia, bensì come un insieme di problematiche diverse, in virtù delle quali non è sempre identificabile un cut-off tra individui sani e malati. È fondamentale, pertanto, l’esecuzione di un’accurata anamnesi e l’esame obiettivo.

Dai disturbi temporo-mandibolari vengono colpite più spesso le donne, da 4 a 6 volte più degli uomini.

Le problematiche più diffuse sono dolori muscolari a carico della regione auricolare, buccale e del collo, incoordinazioni condilo-discali, alterazioni flogistiche articolari e l’artrosi. Solitamente sono rappresentate dall’associazione di tensione muscolare e problemi anatomici alle articolazioni, a cui si possono sommare componenti psicologiche.

Il trattamento dei disturbi temporo-mandibolari richiede un approccio multidisciplinare che può necessitare dell’intervento di ortodontista, gnatologo, fisioterapista e chirurgo maxillo-facciale.

Come trattamento di queste problematiche viene spesso proposta la costruzione di un “bite”, ovvero una placca in resina dura, modificabile nel tempo ed applicata a livello mascellare o mandibolare. Le placche occlusali cambiano le “aree di carico” e permettono alla mandibola di muoversi su vari piani, riducendo il fastidio causato dal blocco mandibolare e dall’eventuale contrattura muscolare dolorosa.

Nel caso del paziente OSAS che utilizzi dispositivi di avanzamento mandibolare (MAD) ci possono essere delle manifestazioni “disfunzionali”, come dolore a carico dei muscoli masticatori e dell’articolazione temporo-mandibolare (prevalenza dal 13 al 67%). Questi disturbi, tuttavia, solitamente rappresentano problematiche temporanee e che non inficiano la terapia con MAD.

Per un paziente con pregressi disturbi temporo-mandibolari l’utilizzo del MAD non è controindicato, ad esclusione di problematiche complesse come un blocco articolare (vedi “locking acuto”) od un’osteoartrite dolorosa.

Le soluzioni terapeutiche più efficaci per i TMD (“Temporo – Mandibular Disorders”) variano dall’autofisioterapia muscolare e/o articolare, applicazione topica di impacchi caldi o freddi, molaggio selettivo, chirurgia (artroscopia, artrocentesi), placche occlusali individualizzate (semplicisticamente definite “bite”). A seconda dei casi inoltre si può associare terapia farmacologica con FANS o miorilassanti.

Naturalmente nel paziente dove coesistano TMD e OSAS, qualora per il trattamento dei TMD sia raccomandata anche una placca occlusale, per le potenziali implicazioni sistemiche delle OSAS e il rischio sulla salute generale (a dispetto dei TMD), è da anteporre la scelta del MAD alla placca; infatti mentre il MAD non sembra interferire e/o esacerbare i TMD, la placca occlusale può peggiorare segni e sintomi delle OSAS (a causa dell’ingombro intraorale, della tendenza alla postrotazione mandibolare secondaria alla modifica della dimensione verticale e del rilassamento indotto dei muscoli retrofaringei).

Dr. Ciro Turco