Polisonnografia diagnosi

Polisonnografia: diagnosi di certezza delle OSAS

La “Polisonnografia” senza EEG (più correttamente indicata come “Poligrafia”) è un esame domiciliare che serve ad analizzare il quadro cardio-respiratorio del paziente. Grazie a questo esame è possibile diagnosticare con certezza la sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS).

Con la Polisonnografia senza EEG si rilevano i seguenti parametri:

  • Saturazione di ossigeno nel sangue (in %)
  • Frequenza cardiaca
  • Posizione relativa del corpo (rispetto al piano del letto)
  • Flusso respiratorio
  • Movimento toracico
  • Movimento addominale
  • Russamento

Grazie all’analisi di questi dati è possibile rilevare l’indice “AHI”, acronimo di “Apnea Hypopnea Index”, ossia l’indice di apnea/ipopnea (si ottiene sommando gli episodi di apnea ed ipopnea per ora di sonno).

Come sono classificate le OSAS

Le apnee notturne verranno così classificate:

  • AHI inferiore a 5 – Assenza di apnee rilevanti
  • AHI compreso tra 5 e 15 – OSA Lieve
  • AHI compreso tra 15 e 30 – OSA Moderata
  • AHI superiore a 30 – OSA Severa

Come si svolge l’esame?

Un tecnico viene al domicilio del paziente per montare la strumentazione. Il poligrafo è di piccole dimensioni (come un cellulare) e viene indossato dal paziente mediante una fascia elastica posta sul torace (in alcun casi anche quella addominale). Oltre a questo dispositivo viene indossata una cannula nasale e viene montato un pulsossimetro sul dito della mano destra.

Una volta indossata la strumentazione il paziente può svolgere le normali attività diurne.

L’esame inizierà in maniera automatica non appena il paziente andrà a dormire e si interromperà in maniera automatica al suo risveglio mattutino (di norma si effettua un monitoraggio notturno di 8 ore).

Al risveglio il paziente può smontare il dispositivo e riconsegnarlo al tecnico, il quale entro 2-3 giorni comunicherà l’esito dell’esame.

È un esame totalmente indolore e non invasivo.

Strumenti di misurazione

Gli strumenti con cui si effettua la polisonnografia sono il polisonnigrafo e il pulsossimetro.

Il polisonnigrafo

Il polisonnigrafo è lo strumento per la registrazione cardio-respiratoria.

Indossarlo è molto semplice: si deve attaccare una clip al colletto della magliettina intima. Lo strumento ha due fasce (o cinture) che misurano l’espansione del torace e quindi eventuali interruzioni del respiro. Ve ne sono di varie misure e sono comunque regolabili.

La fascia superiore va posizionata sulla gabbia toracica all’altezza del cuore, mentre l’altra fascia viene posizionata più o meno sulla linea dell’ombelico. Devono essere ben aderenti ma non stringere troppo perché, dovendo misurare l’espansione del torace, necessitano comunque di conservare una certa libertà di movimento.

Le fasce si indossano e si tolgono allacciando e slacciando un bottone al davanti. È importante che le fasce siano poste alla stessa distanza sia sul davanti che sulla schiena. Quindi bisogna indossare gli occhialini nasali monouso o la cannula nasale; si indossano infilando i due rebbi terminali nelle narici e facendo passare la cannula dietro le orecchie. I due terminali nelle narici producono un minimo fastidio all’inizio, ma dopo pochi minuti ci si abitua e il senso di sconforto si attenua di molto.

È importante far passare il raccordo dei tubicini dietro le orecchie e poi al davanti del collo. Si deve evitare di farlo passare invece sulla parte posteriore del collo per evitare il rischio di comprimere il tubicino con la propria testa e provocare così la registrazione di false apnee.

Il pulsossimetro

Il pulsossimetro misura la frequenza cardiaca e la saturazione. Si indossa sul polso, mentre il sensore va applicato al dito indice o al dito medio. Viene acceso per verificare che si colleghi con il polisonnigrafo, che le batterie siano cariche e che l’orario di accensione sia impostato correttamente.

È importante che la punta del dito non esca dal sensore di gomma.

Il paziente può alzarsi per bere o andare in bagno, senza alcun problema; lo strumento continua a monitorare la posizione che si assume (supino, prono, in piedi) e ne tiene comunque conto durante la misurazione.

All’inizio è normale avere una certa ansia o essere infastiditi dalla strumentazione. Ma una volta abituatisi e assunta una posizione confortevole ci si addormenta e anche se non si trascorre una notte normale di sonno, comunque si raggiunge facilmente il minimo numero di ore necessario per avere una registrazione significativa.

Dr. Ciro Turco