Rimuginio e ruminazione: gli antagonisti del buon riposo

A chiunque è capitato almeno una volta di pensare ripetutamente ad un momento del passato o alle conseguenze di una scelta presa, così come è capitato sicuramente di essere particolarmente preoccupati in vista di un determinato evento.
Il pensiero ripetitivo, tipico di questi momenti di riflessione, non rappresenta di per sé un “processo negativo”, poiché risulta essere necessario per trovare soluzioni ad un problema o a prendere una decisione.

Questi processi, comunemente chiamati rimuginio e ruminazione, non sono altro che “strategie di regolazione emotiva”.
Tuttavia, questi tendono a perdere la loro funzionalità quando il soggetto rimane bloccato in pensieri che si ripetono ininterrottamente e che ostacolano sempre di più il raggiungimento della soluzione desiderata.

Il rimuginio

Il rimuginio è definito come una forma di pensiero ripetitivo, negativo e analitico, un’attività mentale che implica una costruzione ripetuta di ipotetici scenari futuri negativi.

Alla base di questo processo vi è la convinzione che questa attività mentale sia una efficace strategia da adottare per fronteggiare situazioni considerate minacciose e, pertanto, complesse da gestire. Attraverso questa modalità di pensiero ripetitivo l’individuo, infatti, crede invano di poter risolvere il problema o di poter ridurre la probabilità che si verifichi.

La ruminazione

La ruminazione è un processo cognitivo molto simile al rimuginio, in quanto condivide con esso la ripetitività e la natura negativa ed astratta. Entrambi i processi rappresentano strategie di pensiero ritenute utili da adottare nelle situazioni difficili da gestire e finalizzate all’evitamento delle esperienze interne negative.

La differenza tra le due modalità risiede nel fatto che il rimuginio è rivolto ad eventuali minacce future e riguarda l’evitamento del pericolo, mentre la ruminazione si focalizza su eventi passati o stati emotivi presenti.

Gli effetti dei pensieri ripetitivi sul sonno

I meccanismi relativi ai pensieri e al modo in cui essi condizionano il sonno, sono stati oggetto di grande interesse da parte di molti studiosi e questo permesso di dimostrare che le persone che tendono a rimuginare o a ruminare durante la notte, hanno più difficoltà ad addormentarsi o comunque non riescono ad avere un sonno completamente rigenerante.

Esistono inoltre numerose correlazioni tra l’aumento di stress e la scarsa qualità del sonno, che rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie mentali e fisiche.
Dal momento che la maggior parte dei soggetti insonni ritengono che l’incapacità di gestire i loro pensieri indesiderati sia la causa del problema, spesso mostrano tentativi di fermarli, modificarli o sopprimerli che, oltre ad essere vani, non fanno altro che mantenere l’attivazione cognitiva.